Dal Baratro alla salvezza: la storia di Cristina e Paolo e di come hanno rilanciato la loro impresa familiare

Cristina è una socia nella Srl insieme al suo fratello. L’azienda opera come rivenditore all’ingrosso e al dettaglio di pellicole per il wrapping auto e l’arredamento. Inoltre, offre corsi per insegnare ad artigiani e professionisti come applicare queste pellicole, anche se questa parte dell’attività è ancora in fase di sviluppo e genera un fatturato limitato. Possiamo definire l’azienda come principalmente orientata alla vendita B2B.

Il fatturato è buono ma la cassa è vuota  Nonostante un buon fatturato la cassa aziendale è vuota ed è necessario ricorrere continuamente al supporto finanziario della banca per pagare fornitori, dipendenti e le imposte fiscali. La situazione è preoccupante, poiché i fondi disponibili non sono sufficienti per coprire le spese correnti e l’azienda è costantemente alla ricerca di ossigeno finanziario per far fronte ai propri impegni. Il loro consulente li rassicura senza però fornire loro alcuna spiegazione convincente.

Il bilancio non mente  Per Cristina e Paolo, che non sono esperti in materia di bilancio e contabilità, è importante iniziare a comprendere la situazione aziendale partendo dal bilancio contabile dell’azienda. Ho cercato di spiegar loro quanto sia importante il bilancio contabile. Infatti, qualsiasi decisione imprenditoriale si traduce in ricavi, costi, crediti, debiti, incassi e pagamenti, che vengono accuratamente registrati nella contabilità dell’azienda. Il bilancio contabile di un determinato periodo rappresenta i risultati raggiunti durante quel periodo proprio a seguito delle decisioni prese e delle azioni messe in campo.

Guardare il bilancio è, quindi, un po’ come guardare una mappa che mostra tutte le entrate, le spese, i soldi che devono ancora ricevere, quelli che devono pagare, gli incassi e i pagamenti. Insomma, è un quadro completo della situazione aziendale e il bello è che il bilancio può aiutarli a capire cosa sta andando storto. Spesso, le difficoltà non derivano necessariamente dai ricavi, ma possono invece essere collegate ai costi. Quando una società non sta guadagnando, il motivo è spesso semplice: i costi superano i ricavi. Pertanto, analizzare attentamente il bilancio contabile può aiutare a identificare le aree in cui è necessario apportare modifiche per migliorare la situazione economica e finanziaria dell’azienda. Esso ti fornisce, quindi, l’opportunità di esaminare i dettagli dei conti aziendali al fine di individuare le eventuali criticità. Con Cristina e Paolo cerchiamo, quindi, di fare chiarezza partendo dai numeri di bilancio dell’azienda anche se non sono esperti di numeri aziendali, per dei motivi molto semplici:

  1. imparando a leggere il bilancio della loro azienda imparano a conoscere i risultati delle loro scelte imprenditoriali,
  2. verifichiamo se quello che secondo loro accade in azienda corrisponde a quello che ci raccontano i numeri che si sa non mentono.
  3. facciamo in modo che i numeri ci indichino quali azioni programmare per risollevare l’azienda di famiglia.

I costi “nascosti”

Analizzando il bilancio ci siamo resi conto di qualcosa di piuttosto sorprendente. Ci sono alcune voci di costo che si sono rivelate eccessivamente elevate, come i costi per il trasporto, le utenze, le provvigioni e addirittura gli acquisti di merci sono molto superiori rispetto a quanto Cristina e Paolo immaginavano. Analizziamo poi anche questi costi:

  1. compensi amministratori
  2. costi del personale (costi fissi)
  3. affitti (costi fissi)

Da questa prima analisi dati sembra che le difficoltà derivino da un eccesso di costi di struttura rispetto al margine sulle vendite. In sostanza:

  1. costi fissi troppo alti
  2. margini e volumi delle vendite troppo bassi

Siccome però il bilancio contabile non ci aiuta a capire con precisione dove sono le inefficienze, riclassifichiamo il bilancio contabile con schemi differenti in grado di darci più informazioni.  Il Margine di Contribuzione per superare la crisi aziendale  Per cercare di capire meglio la situazione abbiamo deciso di riclassificare il conto economico secondo uno schema chiamato “margine di contribuzione“. Ma cosa è questo “margine di contribuzione”, ti chiederai? E’ un modo per vedere quanto effettivamente l’azienda sta guadagnando dopo aver coperto i costi variabili. In altre parole, ci permette di capire quanto contribuiscono le vendite a coprire i costi direttamente associati alla produzione o all’acquisto dei beni. In pratica, il margine di contribuzione è la differenza tra il totale delle vendite e i costi variabili. I costi variabili sono quelli che aumentano direttamente all’aumentare delle vendite, come ad esempio i materiali per la produzione o le commissioni sulle vendite. Questo calcolo ci dà un’idea più chiara di quanto denaro l’azienda ha a disposizione per coprire i costi fissi (come affitto, stipendi, utenze) che rimangono invariati all’aumentare dei ricavi, e generare un margine di profitto. In sostanza, abbiamo utilizzato questa analisi per capire quanto margine effettivo ci sia tra le vendite e i costi variabili, in modo da vedere se ci sono margini di miglioramento o se ci sono effettivamente problemi significativi nella gestione dei costi aziendali. In questo modo abbiamo aiutato Cristina e Paolo a comprendere meglio come la loro azienda non sta funzionando dal punto di vista economico e di conseguenza finanziario, per poter prendere decisioni più informate per migliorare la situazione finanziaria della loro SRL. Questo è il conto economico riclassificato secondo lo schema a margine di contribuzione della loro azienda. Cosa ci racconta ?!

Voce di Bilancio Importo (€) Percentuale
Ricavi delle vendite e delle prestazioni 3.116.282 100,0%
Altri ricavi 5.213 0,2%
FATTURATO 3.121.495 100,0%
(+/-) Variazione rimanenze prodotti finiti e lavori in corso 0 0,0%
Costi capitalizzati 0 0,0%
VALORE DELLA PRODUZIONE 3.121.495 100,0%
Materie prime, sussidiarie, di consumo e merci -2.347.827 -75,2%
Servizi -115.000 -3,7%
Godimento beni di terzi 0 0,0%
Costo del personale 0 0,0%
Variazione rimanenze materie prime e merci -9.538 -0,3%
Oneri diversi di gestione (parte variabile caratteristica) 0 0,0%
TOTALE COSTI VARIABILI -2.472.365 -79,2%
MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE 649.130 20,8%
Materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 0 0,0%
Servizi -350.910 -11,2%
Godimento beni di terzi -93.702 -3,0%
Costo del personale -244.166 -7,8%
Ammortamenti -52.614 -1,7%
Accantonamenti e svalutazione attivo corrente 0 0,0%
Oneri diversi di gestione (parte fissa caratteristica) -13.647 -0,4%
TOTALE COSTI FISSI DELLA PRODUZIONE -755.039 -24,2%
REDDITO OPERATIVO (EBIT) -105.909 -3,4%
Proventi finanziari 2.859 0,1%
Oneri finanziari -59.019 -1,9%
GESTIONE FINANZIARIA -56.160 -1,8%
Proventi non operativi 0 0,0%
Costi non operativi 0 0,0%
GESTIONE STRAORDINARIA 0 0,0%
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (EBT) -162.069 -5,2%
Imposte sul reddito 26.291 0,8%
RISULTATO NETTO -135.778 -4,3%

Gli acquisti di merci in rapporto ai ricavi sono molto alti. In questo schema abbiamo poi deciso di considerare i compensi degli amministratori dei soci tra i costi variabili, perché sebbene siano stati deliberati Cristina e Paolo possono per il bene della società possono momentaneamente rinunciarvi. Capiamo quindi che la società sta lavorando con un margine di contribuzione del 20%, non è sufficiente a coprire i costi fissi e gli oneri finanziari. Questo è un segnale preoccupante e merita un’attenta considerazione.

A questo punto, possiamo iniziare a riflettere sulle possibili cause di questa situazione:

  1. potrebbe essere che l’azienda non stia applicando prezzi adeguati ai propri clienti, il che potrebbe ridurre la sua redditività,
  2. potrebbe esserci un problema con i fornitori, che potrebbero fornire le merci a prezzi eccessivamente alti, influenzando negativamente i margini dell’azienda,
  3. è possibile che ci sia una struttura aziendale e una gestione dei costi non ottimali, in proporzione al volume di affari generato. Questo potrebbe comportare una maggiore inefficienza operativa,
  4. inoltre, potrebbe essere una combinazione di questi fattori, con influenze reciproche che complicano la situazione.

In ogni caso, è evidente che ci sono delle sfide da affrontare per migliorare la situazione finanziaria dell’azienda, e sarebbe prudente condurre un’analisi più dettagliata per identificare le cause specifiche e sviluppare un piano per il miglioramento. La soluzione

In stretta collaborazione con la proprietà abbiamo messo a punto un piano strategico con l’obiettivo di riportare l’azienda in utile entro un biennio, e voglio condividere con te i dettagli di questo piano.

  1. Abbiamo iniziato con un’analisi approfondita del mercato e dei nostri preziosi clienti. Capire meglio le dinamiche di mercato e le esigenze dei clienti è fondamentale per il nostro successo futuro.
  2. Abbiamo esaminato tutti i nostri fornitori, sia quelli che ci forniscono merci che quelli che ci forniscono servizi o altri costi. Ottimizzare queste relazioni è un passo importante per ridurre i costi.
  3. Abbiamo introdotto un piano dei conti ben strutturato che ci consente di monitorare con precisione tutti i costi aziendali. Questo ci aiuta a individuare aree in cui possiamo risparmiare.
  4. Per gestire in modo più efficiente il nostro inventario di magazzino, abbiamo introdotto rilevazioni periodiche. Questo ci permette di avere un controllo più stretto sulle scorte e di evitare sprechi.
  5. In un gesto di impegno forte, i soci hanno deciso di rinunciare parzialmente al proprio compenso come amministratori.
  6. Abbiamo rinegoziato il canone di locazione, cercando di ridurre i costi legati agli spazi aziendali.
  7. Per ottimizzare ulteriormente le risorse umane, abbiamo riorganizzato il personale con l’introduzione di contratti part time.
  8. Abbiamo modificato la nostra politica di acquisto delle merci, non concentrandoci più solo sulle quantità per ottenere sconti, ma cercando di massimizzare il valore delle nostre acquisizioni.
  9. Infine, stiamo attuando un monitoraggio più frequente dell’andamento aziendale attraverso analisi trimestrali per garantire che siamo sulla strada giusta verso il nostro obiettivo.

Il risultato  Nonostante la riduzione dei ricavi, dovuta al fatto che si è deciso di interrompere i rapporti di collaborazione con i clienti che non erano profittevoli per l’azienda, con i provvedimenti programmati In un biennio l’azienda la società è riuscita ad aumentare il margine di contribuzione dal 20% al 29% in grado di sostenere i costi fissi, e passare da una perdita di € – 135.778 a un utile di € 12.309.

Voce di Bilancio 31/12/2018 € % 31/12/2017 € %
Ricavi delle vendite e delle prestazioni 2.164.150 2.599.539
Altri ricavi 30.118 52.720
FATTURATO 2.194.268 100,0% 2.652.259 100,0%
(+/-) Variazione rimanenze prodotti e lavori in corso 0 0,0% 0 0,0%
Costi capitalizzati 0 0,0% 0 0,0%
VALORE DELLA PRODUZIONE 2.194.268 100,0% 2.652.259 100,0%
Materie prime, sussidiarie, di consumo e merci -1.622.058 -1.905.797
Servizi 0 0,0% 0 0,0%
Godimento beni di terzi 0 0,0% 0 0,0%
Costo del personale 0 0,0% 0 0,0%
Variazione rimanenze materie prime e merci 57.745 0,2% -24.080 0,0%
Oneri diversi di gestione (parte variabile caratteristica) 0 0,0% 0 0,0%
TOTALE COSTI VARIABILI -1.564.290 -71,3% -1.929.877 -72,8%
MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE 629.978 28,7% 722.382 27,2%
Materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 0 0,0% 0 0,0%
Servizi -211.882 -319.788
Godimento beni di terzi -106.048 -132.896
Costo del personale -181.847 -258.565
Ammortamenti -20.304 -51.365
Accantonamenti e svalutazione attivo corrente 0 0,0% 0 0,0%
Oneri diversi di gestione (parte fissa caratteristica) -15.952 -11.504
TOTALE COSTI FISSI DELLA PRODUZIONE -535.433 -24,4% -746.901 -28,2%
REDDITO OPERATIVO (EBIT) 94.545 4,3% -24.519 -0,9%
Proventi finanziari 250 0,0% 713 0,0%
Oneri finanziari -84.597 -68.523
GESTIONE FINANZIARIA -84.347 -3,8% -67.804 -2,6%
Proventi non operativi 0 0,0% 0 0,0%
Costi non operativi 0 0,0% 0 0,0%
GESTIONE STRAORDINARIA 0 0,0% 0 0,0%
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 10.158 0,5% -92.323 -3,5%
Imposte sul reddito 2.151 0,1% 19.868 0,7%
RISULTATO NETTO 12.309 0,6% -72.455 -2,7%

Cosa abbiamo scoperto della banca di fiducia

Durante tutto questo periodo, abbiamo fatto una scoperta significativa. L’EBIT (Earnings Before Interest and Taxes) viene sostanzialmente eroso dagli interessi bancari. In altre parole, sembra che Cristina e suo fratello stiano lavorando principalmente per la banca. A causa dei tempi di incasso prolungati e delle scadenze di pagamento dei fornitori entro 30 giorni, sono costretti a fare affidamento sulla banca per avere la liquidità necessaria. Per ottenere questa liquidità in anticipo, sono costretti a pagare gli interessi sulla fattura anticipata. Ciò che è ancora più sorprendente è che, analizzando i dati, abbiamo notato che una diminuzione delle entrate aziendali è stata accompagnata da un aumento significativo dei costi legati alla banca. Dopo aver effettuato ulteriori approfondimenti, abbiamo scoperto che la banca stava praticando l’anatocismo bancario, ovvero stava addebitando interessi più elevati di quanto fosse dovuto per legge. In collaborazione con consulenti specializzati, abbiamo intrapreso un’azione legale contro la banca. Grazie a questa azione, Cristina e suo fratello sono riusciti a recuperare più di €150.000, migliorando notevolmente la loro situazione finanziaria.

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