Aprire Partita Iva: come scegliere la forma giuridica ideale

Hai preso la decisione di aprire la partita IVA. Questo è un grande passo, che può segnare l’inizio di una nuova avventura imprenditoriale o professionale. Prima di poter iniziare a guadagnare e realizzare i tuoi progetti, c’è un’importante decisione da prendere: quale forma giuridica scegliere per la tua attività?

Scegliere la forma giuridica giusta è fondamentale per determinare il livello di responsabilità personale, il regime fiscale, i contributi previdenziali da pagare e la burocrazia da gestire.

È importante prendere questa decisione con attenzione, valutando diversi fattori che possono influire. Ad esempio, devi considerare le dimensioni della tua attività, il fatturato previsto, il settore in cui opererai, le responsabilità giuridiche dei soci, se ci sono, e il capitale iniziale a disposizione. Ogni aspetto conta e può incidere sulla scelta, quindi riflettere su tutti questi elementi ti aiuterà a fare una scelta più consapevole.

Le principali opzioni disponibili per chi decide di aprire la Partita IVA sono: libero professionistaditta individualesocietà in nome collettivo (SNC)società in accomandita semplice (SAS) e società a responsabilità limitata (SRL).

Vediamo insieme come funzionano queste forme giuridiche e quale potrebbe essere quella giusta per te

1. Libero professionista: flessibilità e semplicità

Se la tua attività è basata su competenze personali o servizi professionali, come consulenze, attività di freelance o professioni regolamentate (avvocati, commercialisti, architetti, ecc.), aprire ls partita Iva come libero professionista è la scelta giusta. È una forma giuridica molto diffusa tra coloro che offrono servizi intellettuali e non hanno necessità di strutture complesse.

Responsabilità

Essere un libero professionista significa essere responsabile in prima persona per tutti i debiti o le obbligazioni che derivano dalla tua attività. Non esiste una separazione tra il patrimonio personale e quello dell’attività. Questo implica che, in caso di difficoltà economiche, i creditori potrebbero rifarsi sui tuoi beni personali, come la casa o il conto in banca.

Per questo motivo, è fondamentale mantenere una buona pianificazione finanziaria e, se possibile, stipulare un’assicurazione professionale che possa coprire eventuali errori o danni professionali.

Tassazione

Come libero professionista, puoi scegliere tra due regimi fiscali principali:

Regime forfettario: È adatto a chi ha ricavi annui inferiori a 85.000 euro. In questo regime, paghi una tassa sostitutiva pari al 15% del tuo reddito imponibile (o il 5% per i primi cinque anni di nuova attività). Questo regime offre il vantaggio di non applicare l’IVA alle fatture emesse e di semplificare la gestione fiscale. Tuttavia, non permette di dedurre tutte le spese sostenute per l’attività.

Regime ordinario: Se superi i limiti del regime forfettario o hai molte spese deducibili, il regime ordinario potrebbe essere più adatto. In questo caso, pagherai l’IRPEF con aliquote progressive che partono dal 23% per i redditi fino a 28.000 euro, per arrivare fino al 43% per i redditi superiori a 50.000 euro. A differenza del regime forfettario, nel regime ordinario puoi dedurre le spese relative all’attività, come l’affitto di un ufficio, i costi di trasporto o le spese di formazione

Immagina di essere un consulente freelance con un guadagno annuo di 40.000 euro. Se scegli il regime forfettario, la tassazione si applica solo su una parte del reddito, determinata dal coefficiente di forfettizzazione legato al tuo codice Ateco. Supponiamo che il coefficiente sia il 78%, quindi il tuo reddito imponibile sarà 31.200 euro.

Su questo importo, pagherai un’imposta sostitutiva del 15%

Contribuzione

Se non sei iscritto a un ordine professionale, dovrai versare i contributi alla Gestione Separata INPS. L’aliquota contributiva per il 2024 è del 26,23% sul reddito imponibile, il che significa che questa percentuale si applica sui tuoi guadagni dopo aver sottratto le spese deducibili (se opti per il regime ordinario).

Nel caso in cui tu sia iscritto a un ordine professionale (come avvocato, architetto, commercialista), i contributi previdenziali andranno versati alla cassa di previdenza del tuo ordine. Le regole e le aliquote variano in base alla categoria professionale, ma spesso sono più basse rispetto alla Gestione Separata

Oltre all’imposta, dovrai versare i contributi previdenziali alla Gestione Separata INPS, calcolati al 26,23% sul reddito imponibile di 31.200 euro, il che corrisponde a circa 8.183 euro di contributi.

In totale, pagherai circa 12.863 euro tra imposta sostitutiva e contributi previdenziali.

Se invece scegli il regime ordinario, potrai dedurre le spese sostenute durante l’anno, riducendo così il reddito imponibile e, di conseguenza, l’importo di tasse e contributi da versare.

2. Ditta individuale: per chi vuole avviare un’impresa

La ditta individuale è la forma giuridica più utilizzata per avviare un’attività commerciale o artigianale. È adatta a chi vuole gestire un’impresa senza dover creare una società, e permette di assumere dipendenti e collaboratori. Questa forma è molto comune tra piccoli imprenditori, negozianti e artigiani.

Responsabilità

Come titolare di una ditta individuale, sarai personalmente responsabile per tutti i debiti dell’attività. Anche in questo caso, non c’è separazione tra il patrimonio personale e quello dell’azienda, il che significa che i tuoi beni personali sono esposti ai rischi dell’impresa. È una scelta adatta per chi gestisce attività a basso rischio, ma può diventare rischiosa se hai bisogno di fare grandi investimenti o operi in un settore con margini di rischio elevati

Tassazione

La tassazione della ditta individuale funziona in modo simile a quella del libero professionista. Anche in questo caso, puoi scegliere tra il regime forfettario (15% di imposta sostitutiva) o il regime ordinario, con aliquote IRPEF progressive. Nel regime ordinario, dovrai anche considerare l’IRAP, che si applica se hai dipendenti e altre attività strutturate, e che ha un’aliquota standard del 3,9% sull’utile

Contribuzione

Come titolare di una ditta individuale, dovrai iscriverti alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS. Questo sistema previdenziale prevede il pagamento di una quota fissa di circa 4.500 euro all’anno (indipendentemente dal reddito) e una quota variabile pari al 24% del reddito che supera i 18.415 euro. È importante notare che questi contributi devono essere pagati anche se l’utile è basso, il che potrebbe rappresentare un onere significativo nei periodi in cui l’attività è meno redditizia

Immagina di avere un utile annuale di 50.000 euro. Per calcolare i contributi previdenziali, iniziamo con i contributi fissi, che sono di circa 4.500 euro e devono essere pagati a prescindere dall’importo del tuo utile.

Oltre ai contributi fissi, c’è una parte variabile che si applica sui guadagni che superano i 18.415 euro. La percentuale applicata è del 24% sull’importo eccedente. Quindi, prendiamo il tuo utile di 50.000 euro e sottraiamo 18.415 euro, ottenendo 31.585 euro. Su questa somma si applica il 24%, che corrisponde a 7.580 euro di contributi variabili.

A questo punto, sommiamo i 4.500 euro di contributi fissi ai 7.580 euro di contributi variabili, arrivando a un totale di 12.080 euro di contributi previdenziali annuali.

3. Società in nome collettivo (SNC): lavoro di gruppo con responsabilità condivisa

Se hai soci con cui desideri avviare un’attività commerciale o artigianale, la società in nome collettivo (SNC) potrebbe essere la scelta giusta. Questa forma giuridica è comune per piccole imprese familiari o di amici, dove tutti i soci sono coinvolti attivamente nell’operatività.

Responsabilità

Nella SNC, tutti i soci hanno responsabilità illimitata e solidale. Ciò significa che, in caso di problemi finanziari o debiti, ogni socio può essere chiamato a rispondere con il proprio patrimonio personale per coprire i debiti della società. Questa responsabilità solidale richiede una forte fiducia reciproca tra i soci, poiché le azioni di uno potrebbero influenzare negativamente gli altri

Tassazione

Nella SNC, i redditi della società non vengono tassati direttamente, ma sono distribuiti tra i soci, che li inseriscono nel proprio reddito personale e pagano l’IRPEF in base al loro scaglione fiscale. Questo sistema si chiama attribuzione per trasparenza. Le aliquote IRPEF sono progressive e vanno dal 23% al 43%, a seconda del reddito complessivo del socio.

Esempio: se la società ha un utile di 100.000 euro e ci sono due soci con una partecipazione del 50%, ciascuno riceverà 50.000 euro. Questi importi saranno dichiarati nel reddito personale dei soci e tassati secondo le aliquote IRPEF applicabili.

Contribuzione

I soci di una SNC devono iscriversi alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS. Come nelle ditte individuali, i contributi previdenziali sono composti da una parte fissa e una parte variabile che si applica sull’utile della società.

Dovrai iscriverti alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS. con il pagamento di contributi fissi di circa 4.500 euro all’anno (indipendentemente dal reddito) e una quota variabile pari al 24% del reddito che supera i 18.415 euro. Si i redditi personali sono inferiori ai 18.415 euro i contributi fissi devono essere pagati ugualmente, il che potrebbe rappresentare un onere significativo nei periodi in cui l’attività è meno redditizia

4. Società in accomandita semplice (SAS): soci con responsabilità differenziata

La società in accomandita semplice (SAS) è una forma giuridica interessante per chi vuole coinvolgere investitori senza che questi siano coinvolti nella gestione dell’attività. Nella SAS ci sono due categorie di soci: gli accomandatari, che gestiscono l’impresa e hanno responsabilità illimitata, e gli accomandanti, che sono solo investitori e hanno responsabilità limitata alla quota di capitale investito.

Responsabilità

Gli accomandatari rispondono in modo illimitato per i debiti della società, il che significa che possono essere chiamati a coprire le perdite anche con il proprio patrimonio personale. Gli accomandanti, invece, hanno una responsabilità limitata alla quota di capitale che hanno investito e non possono partecipare alla gestione dell’impresa

Tassazione

Come per la SNC, anche nella SAS i redditi vengono distribuiti tra i soci e tassati con l’IRPEF. Questo avviene attraverso il cosiddetto meccanismo di attribuzione per trasparenza, dove l’utile della società non viene tassato direttamente a livello societario, ma viene “trasparente” ai soci, che lo dichiarano personalmente nella propria dichiarazione dei redditi.

Esempio: supponiamo che la società abbia realizzato un utile di 100.000 euro e ci siano due soci con una partecipazione al 50%. In questo caso, l’utile viene suddiviso in parti uguali, quindi ogni socio riceve 50.000 euro di reddito da dichiarare.

I soci dovranno poi pagare l’IRPEF su questa somma in base al loro scaglione di reddito personale. Questo significa che il carico fiscale effettivo dipenderà dal reddito complessivo del socio, oltre a eventuali altre detrazioni o agevolazioni fiscali a cui potrebbe avere diritto.

Contribuzione

Gli accomandatari devono iscriversi alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS, con una struttura di contribuzione simile a quella delle ditte individuali e devono pagare contributi previdenziali sulla base del loro reddito. Gli accomandanti, essendo solo investitori, non sono soggetti a obblighi previdenziali, riducendo così il carico contributivo complessivo della società. Gli accomandanti, quindi, non devono versare contributi previdenziali, dato che non partecipano alla gestione attiva della società. Gli accomandatari, invece,

5. Società a responsabilità limitata (SRL): sicurezza e crescita

La SRL è una delle forme giuridiche più sicure e professionali per chi vuole avviare un’attività con un livello di rischio elevato o prevede di espandersi nel tempo. La sua principale caratteristica è che la responsabilità dei soci è limitata al capitale investito nella società, proteggendo così il patrimonio personale da eventuali problemi finanziari o fallimenti.

Responsabilità

Nella SRL, i soci non rispondono con il proprio patrimonio personale per i debiti della società. La loro responsabilità è limitata al capitale investito, rendendo questa forma giuridica ideale per chi desidera proteggere i propri beni privati da eventuali rischi legati all’impresa

Tassazione

La SRL è soggetta a tassazione a livello societario. I profitti vengono tassati con l’IRES al 24%, e si aggiunge l’IRAP, che varia generalmente attorno al 3,9%. Inoltre, quando gli utili vengono distribuiti ai soci, questi sono soggetti a un’ulteriore imposta sui dividendi, con un’aliquota del 26%

Contribuzione

I contributi previdenziali nella SRL dipendono dal ruolo dei soci:

Soci amministratori: devono iscriversi alla Gestione Separata INPS, con un’aliquota contributiva del 26,23% sui compensi percepiti per l’attività di amministratori.

Soci lavoratori: se sei un socio che partecipa attivamente alla gestione operativa dell’azienda, ad esempio occupandoti delle vendite o della produzione, dovrai iscriverti alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS e pagare i contributi fissi di circa 4.500 euro all’anno, oltre a una quota variabile pari al 24% sull’utile che supera i 18.415 euro

Esempio pratico: Se sei un socio lavoratore in una SRL e la tua azienda ha un utile di 60.000 euro, pagherai 4.500 euro di contributi fissi, più circa 9.975 euro di contributi variabili, per un totale di 14.475 euro in contributi previdenziali. Se invece sei solo amministratore, verserai i contributi alla Gestione Separata INPS sui compensi amministrativi percepiti.

Conclusione: come scegliere la forma giuridica giusta

Scegliere la forma giuridica giusta per la tua attività è una decisione cruciale che influenzerà tutto, dalla responsabilità personale alla tassazione e contribuzione. Se stai avviando un’attività semplice, come un’attività di consulenza o un piccolo artigianato, una ditta individuale o la Partita IVA da libero professionista potrebbero essere la scelta più semplice e pratica. Se prevedi di coinvolgere soci o investitori, una SNC, una SAS o una SRL potrebbero essere opzioni più adatte per proteggere il tuo patrimonio e gestire l’attività in modo più strutturato.

Qualunque sia la tua scelta, è sempre consigliabile rivolgersi a un commercialista o a un consulente per valutare al meglio la tua situazione e le tue necessità specifiche. Noi siamo a tua disposizione per guidarti e supportarti in questo percorso, aiutandoti a fare la scelta migliore per il tuo business e garantendo che tu possa iniziare con il piede giusto.

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