Una volta aperta la partita IVA come libero professionista, è importante capire come funziona il sistema di tassazione. Le forme di tassazione applicabili sono principalmente due: il regime forfettario e la tassazione a scaglioni IRPEF. Vediamo in modo semplice come funzionano e quali sono le differenze tra i due regimi.
Prima di entrare nei dettagli, è fondamentale chiarire un concetto cruciale: la tassazione della partita IVA per i liberi professionisti è per cassa.
Cosa significa? Vuol dire che il libero professionista viene tassato non sui ricavi complessivi che ha generato, ma solo sugli incassi effettivi. Ad esempio, se durante l’anno emetti fatture per un totale di 100.000 euro, ma di questi incassi solo 80.000 euro, il fisco calcolerà le tue imposte prendendo in considerazione solo gli 80.000 € che hai effettivamente ricevuto, e non l’intero importo delle fatture emesse.
E questo discorso vale anche per i costi e le spese. Vuol dire che il libero professionista può dedurre i costi non in base alle spese complessive sostenute nell’anno, ma solo su quelle effettivamente pagate. Ad esempio, se durante l’anno hai contratti e fatture per costi pari a 50.000 €, ma di questi hai saldato solo 40.000 €, il fisco considererà come deducibili solo i 40.000 € effettivamente pagati, escludendo i costi ancora da saldare.
Il sistema di tassazione per i liberi professionisti considera solo ricavi e costi che hai effettivamente incassato dai clienti e pagato ai fornitori. È una distinzione importante, perché può influenzare notevolmente il calcolo delle tasse libero professionista, specialmente se hai clienti che pagano in ritardo o a lungo termine.
Le tasse della partita iva nel regime forfettario
Il regime forfettario è una modalità di tassazione molto vantaggiosa per i liberi professionisti che rispettano determinati requisiti. È un regime semplificato e prevede una tassazione fissa su una parte dei tuoi ricavi, senza la possibilità di dedurre i costi effettivamente sostenuti. Vediamo nel dettaglio come funziona.
Come funziona il regime forfettario? Il regime forfettario ha un limite di 85.000 € di ricavi annui, superato il quale si perde il diritto a rimanere in questo regime fiscale. Questo vuol dire che, se i tuoi incassi superano questa soglia ma non quella dei 100.000 €, dovrai passare al regime ordinario nell’anno successivo. Se invece dovessero superare anche quella di 100.000 €, dovrai passare al regime ordinario nell’anno in corso.
Una delle prime cose da chiarire quando si parla di regime forfettario riguarda l’IVA. Nel regime forfettario, infatti, non si applica l’IVA. Questo significa che, quando emetti una fattura, non aggiungi l’IVA al totale. Di conseguenza, il cliente non pagherà l’IVA e tu non dovrai versarla allo Stato. Allo stesso tempo, le tue fatture non saranno soggette a ritenuta d’acconto, un’altra differenza rispetto al regime ordinario.
Tuttavia, c’è anche un rovescio della medaglia. Nel regime forfettario non puoi dedurre i costi in modo diretto: le spese che sostieni per la tua attività (come l’acquisto di attrezzature o le spese di gestione) non abbassano direttamente il tuo reddito imponibile. Le imposte sono calcolate applicando un coefficiente di redditività sui ricavi, diverso a seconda dell’attività che svolgi. Questo coefficiente determina quale percentuale dei ricavi sarà considerata reddito imponibile, ovvero la base su cui verranno calcolate le imposte.
Nel regime forfettario, la tassazione può essere del 5% per i primi cinque anni se soddisfi i requisiti di startup, e del 15% a partire dal sesto anno.
Facciamo un esempio pratico:
- Supponiamo che tu sia un web designer ed abbia un incasso annuale di 80.000 €.
- Il tuo coefficiente di redditività è, ad esempio, il 78%.
- L’importo su cui pagherai le imposte sarà quindi 62.400 € (ovvero il 78% di 80.000 €).
- Se sei nei primi cinque anni e hai diritto all’aliquota del 5%, pagherai 3.120 €. Se, invece, sei oltre il quinto anno, pagherai il 15%, ovvero 9.360 €.
Cause di uscita dal regime forfettario
Esistono alcuni motivi per cui potresti perdere il diritto a rimanere nel regime forfettario. Le principali cause di uscita sono:
- Superamento del limite di 85.000 € di ricavi annui.
- Svolgimento di attività particolari che non rientrano tra quelle ammesse nel regime forfettario.
- Collaborazioni predominanti con un ex datore di lavoro (se fatturi principalmente alla stessa azienda per cui hai lavorato come dipendente nei due anni precedenti).
La tassazione della partita iva ordinaria a scaglioni IRPEF
Se non scegli o non puoi rientrare nel regime forfettario, sarai soggetto alla tassazione ordinaria IRPEF. In questo regime, le tue imposte verranno calcolate in base al tuo reddito imponibile, ovvero la differenza tra i ricavi incassati e i costi che hai sostenuto e pagato durante l’anno. A differenza del regime forfettario, qui puoi dedurre tutte le spese sostenute per la tua attività.
Come funziona il calcolo delle tasse per la partita iva in regime ordinario IRPEF? Il reddito imponibile nel regime IRPEF è calcolato togliendo dai tuoi ricavi tutte le spese che hai pagato nell’anno.
Ecco un esempio pratico:
- Supponiamo che tu abbia un incasso annuo di 80.000 €.
- Durante l’anno, hai sostenuto spese per attrezzature, ad esempio acquistando un computer per 1.000 €. Inoltre, hai speso 2.000 € per il telefono e 1.500 € per la benzina, tutte spese documentate con fatture.
- Il totale delle spese sostenute è di 4.500 €.
Quindi, per calcolare il tuo reddito imponibile sottrai le spese dai ricavi:
- 80.000 – 4.500 = 75.500 €.
Ora che abbiamo il reddito imponibile, possiamo applicare gli scaglioni IRPEF per calcolare le imposte: Gli scaglioni Irpef per la partita IVA per il 2025 sono stati modificati rispetto agli anni precedenti.
Attualmente, le aliquote da applicare sono le seguenti:
- 23% per i redditi fino a 28.000 €.
- 35% per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 €.
- 43% per i redditi superiori a 50.000 €.
Facciamo il calcolo delle imposte dovute su un reddito imponibile di 75.500 €, applicando questi nuovi scaglioni:
- Fino a 28.000 €, paghi il 23%, quindi: 28.000 x 23% = 6.440 €.
- Da 28.001 a 50.000 €, paghi il 35%, quindi: 22.000 x 35% = 7.700 €.
- Oltre 50.000 €, paghi il 43%, quindi: 25.500 x 43% = 10.965 €.
Sommando queste cifre, l’ammontare totale delle imposte dovute su un reddito di 75.500 € è 25.105 €. Questa somma è ottenuta applicando le aliquote a ciascuna fascia di reddito e sommando le imposte calcolate per ogni scaglione.
Riepilogo aliquote di tassazione per i libero professionisti
Tipo di regime | Tassazione | Deduzione costi | Esempio |
Regime forfettario | 5% (primi 5 anni), poi 15% | Nessuna deduzione costi | Ricavi 80.000 €, imposte 3.120 € (5%) o 9.360 € (15%) |
Regime ordinario IRPEF | Scaglioni dal 23% al 43% | Deduzione costi sostenuti | Ricavi 80.000 €, spese 4.500 €, imposte 25.105 € |
Le scadenze per il pagamento delle imposte per il libero professionista
Se sei un libero professionista, è importante sapere quando devi pagare le imposte. In generale, ci sono due momenti principali per i pagamenti: uno per saldare le imposte dell’anno precedente e uno per versare gli acconti per l’anno in corso.
Saldo e acconti Ogni anno, devi pagare il saldo delle imposte per l’anno precedente entro il 30 giugno e, allo stesso tempo, versare il primo acconto per l’anno in corso, che corrisponde al 40% delle imposte totali dell’anno precedente. Tuttavia, nel 2024, c’è stata una proroga che ha spostato questa scadenza al 31 luglio 2024, senza alcuna maggiorazione. Il secondo acconto, che ammonta al 60% delle imposte, rimane fissato al 30 novembre.
Riepilogo del pagamento:
Descrizione | Scadenza Ordinaria | Scadenza Prorogata |
Saldo imposte 2024 e primo acconto 2025 (40%) | 30 giugno | 31 luglio |
Secondo acconto imposte 2024 (60%) | 30 novembre | Nessuna proroga |
Grazie a questa proroga, hai un mese in più per pagare le imposte senza dover aggiungere una maggiorazione. Ricorda però che il secondo acconto del 30 novembre non ha proroghe previste al momento.
Conclusione
Capire come calcolare e gestire le tasse per una partita IVA è fondamentale per evitare errori e pianificare al meglio la propria attività. Conoscere le differenze tra i regimi fiscali e rispettare le scadenze ti permette di mantenere sotto controllo le tue finanze e concentrarti sullo sviluppo del tuo lavoro.
Se hai dubbi o vuoi sapere di più su come funziona il la tassazione per una partita IVA libero professionista, o se desideri un supporto personalizzato, puoi richiedere una consulenza gratuita.