Regime forfettario: come funziona e quando conviene

Se sei un libero professionista, un artigiano o un piccolo imprenditore con Partita IVA, probabilmente sai quanto può essere complesso e oneroso gestire la fiscalità della tua attività. Il regime forfettario, introdotto per agevolare le microimprese e i lavoratori autonomi, potrebbe essere la soluzione che fa per te. Questo regime fiscale agevolato è pensato per semplificare le procedure amministrative e ridurre il carico fiscale, offrendo una serie di vantaggi concreti e tangibili.

Immagina un sistema dove la tassazione è ridotta e la burocrazia è semplificata: questo è il cuore del regime forfettario. Una delle caratteristiche principali è l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF, con un’aliquota fissa al 15% che, per le nuove attività, può scendere al 5% nei primi cinque anni. Questo significa meno tasse da pagare e meno tempo speso a districarsi tra adempimenti fiscali. Ma non è tutto. Il regime forfettario offre anche significative agevolazioni sui contributi previdenziali e semplificazioni contabili, come l’esonero dall’addebito dell’IVA in fattura e dalla relativa dichiarazione. Questi aspetti rendono il regime particolarmente attraente per chi desidera dedicare più tempo alla propria attività e meno alla gestione fiscale. Quali sono, dunque, i requisiti per accedere a questo regime? E quali altri benefici puoi aspettarti? In questo articolo esploreremo tutti i dettagli del regime forfettario, dai limiti di fatturato alle spese consentite, fino alle nuove normative introdotte nel 2024, come l’obbligo della fatturazione elettronica. Continua a leggere per scoprire come il regime forfettario può trasformare il modo in cui gestisci la tua attività. Approfondiremo ogni aspetto, fornendoti tutte le informazioni necessarie per capire se questa è la strada giusta per te. Se sei pronto a ottimizzare la gestione fiscale della tua impresa e a cogliere tutte le opportunità offerte dal regime forfettario, questo articolo è il punto di partenza ideale.

Cos’è e quando è stato introdotto il Regime Forfettario

Il regime forfettario è stato introdotto in Italia con la Legge di Stabilità 2015 (Legge 23 dicembre 2014, n. 190) per rendere più semplice la gestione fiscale dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi. L’idea alla base di questo regime è di ridurre la burocrazia e di alleggerire il carico fiscale per chi ha una Partita IVA, facilitando così la vita a chi gestisce una piccola attività o lavora come libero professionista.

Con il regime forfettario, si applica un’imposta sostitutiva dell’IRPEF con un’aliquota standard del 15%, che può essere ridotta al 5% per le nuove attività nei primi cinque anni. Questo significa che chi avvia una nuova impresa può beneficiare di una tassazione molto bassa all’inizio, rendendo più facile la crescita e lo sviluppo dell’attività, non dovendo subire la classica tassazione per scaglioni Irpef molto più elevata. L’introduzione del regime forfettario ha rappresentato un cambiamento significativo nel panorama fiscale italiano, offrendo una gestione più semplice e meno costosa per le piccole imprese e i professionisti. Questo regime ha lo scopo di supportare le microimprese e incentivare l’avvio di nuove attività, rendendo il sistema fiscale più accessibile e meno gravoso per i piccoli operatori economici.

Quali sono i requisiti per accedere al Regime Forfettario

Se stai pensando di aderire al regime forfettario, è importante conoscere i requisiti che devi soddisfare per poter beneficiare di questo sistema fiscale agevolato. Ecco i principali criteri da rispettare:

  1. Limite di Ricavi o Compensi: Per accedere al regime forfettario, i tuoi ricavi o compensi annuali non devono superare gli 85.000 euro. Questo limite è stato aumentato rispetto ai precedenti 65.000 euro, rendendo il regime accessibile a un numero maggiore di professionisti e piccole imprese. Una precisazione fondamentale. Per compensi si intendono gli incassi dell’anno. Quindi il limite degli € 85.000 devi riferirlo agli incassi e non ai ricavi fatturati.
  2. Spese per Personale Dipendente o Lavoro Accessorio: Le spese sostenute per personale dipendente o lavoro accessorio non devono superare i 20.000 euro lordi all’anno. Questo include anche i compensi erogati ai collaboratori e le somme corrisposte per le prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.
  3. Se lavori come dipendente: il tuo reddito annuo lordo (RAL) dell’anno precedente non deve superare i 30.000€. Tuttavia, se nell’anno precedente il tuo RAL era superiore a 30.000€ ma hai terminato il rapporto di lavoro, per esempio in caso di licenziamento, dimissioni o scadenza di un contratto a tempo determinato, puoi comunque optare per il regime forfettario.
  4. Attività Ammissibili: Il regime forfettario è destinato alle persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni. Non è applicabile a chi opera in regimi speciali ai fini IVA o a determinate categorie come l’agricoltura, la pesca, l’editoria e altre specifiche attività commerciali.
  5. Residenza: Puoi accedere al regime forfettario se risiedi in Italia. Se sei residente in un altro Stato membro dell’Unione Europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo, devi produrre in Italia almeno il 75% del tuo reddito complessivo.
  6. Attività Non Proseguibili: Non puoi accedere al regime forfettario come nuova attività e quindi con la tassazione al 5% per i primi cinque anni se la tua attività attuale è la prosecuzione di un’attività precedente svolta come dipendente o autonomo nei tre anni precedenti, a meno che non si tratti di praticantati obbligatori per l’accesso ad arti o professioni

Quali sono le cause di esclusione

Oltre ai requisiti, esistono anche alcune cause che possono escluderti dall’accesso al regime forfettario:

  • Utilizzo di regimi speciali IVA: Se operi in un regime speciale IVA, non puoi accedere al regime forfettario. Questi regimi includono attività specifiche come agricoltura, pesca, editoria e altre ancora.
  • Superamento del limite di ricavi o compensi: Se i tuoi ricavi annuali (incassati) superano gli 85.000 euro, dall’anno successivo non puoi aderire al regime forfettario. Se, invece, i ricavi superano i 100.000 euro, devi immediatamente uscire dal regime e applicare l’IVA sulle operazioni successive. Questo comporta notevoli svantaggi in termini di tassazione quindi è bene controllare con molta attenzione i ricavi incassati nel corso dell’anno. anche gono attività riconducibili a quelle individuali. Questo include anche il controllo di società che operano in settori simili a quelli della tua attività individuale

Ogni anno devi controllare se soddisfi i requisiti per il regime forfettario e, se li rispetti, anche qualora fossi uscito puoi rientrarci senza problemi.

Ad esempio, immagina che nel 2024 tu abbia guadagnato 90.000€. In questo caso, nel 2025 non potrai utilizzare il regime forfettario. Però, se nel 2025 i tuoi incassi scendono sotto gli 85.000€ e rispetti tutti gli altri requisiti, nel 2026 potrai nuovamente aderire al regime forfettario e beneficiare della tassazione agevolata al 15%. Quindi, anche se un anno superi i limiti, non preoccuparti: potresti avere l’opportunità di rientrare nel regime forfettario l’anno successivo se i tuoi guadagni tornano entro i limiti stabiliti.

Fatturazione Elettronica per Forfettari: Facile e Senza IVA

Dal 2024, tutti i titolari di Partita IVA in regime forfettario devono emettere fatture elettroniche. Se stai pensando che sia complicato, non preoccuparti! In realtà, è molto più semplice rispetto al regime ordinario. Ecco perché.

Nessuna IVA e Ritenuta

Una delle principali semplificazioni per chi aderisce al regime forfettario è che non devi applicare l’IVA alle tue fatture. Questo significa che non devi calcolare, addebitare o versare l’IVA, rendendo il processo di fatturazione molto più snello. Inoltre, non c’è l’obbligo di applicare la ritenuta d’acconto, un’altra semplificazione che riduce la burocrazia.

Uso dei Software di Fatturazione

Per emettere una fattura elettronica, hai bisogno di un software dedicato. La buona notizia è che ce ne sono molti disponibili sul mercato, alcuni anche a basso costo o addirittura gratuiti. Questi software ti guidano passo dopo passo nella compilazione e nell’invio della fattura elettronica, rendendo tutto il processo semplice e intuitivo. Alcuni dei software più utilizzati sono:

  • Aruba
  • Fatture in Cloud
  • Quickfisco
  • Il portale dell’Agenzia delle Entrate

Questi strumenti non solo ti aiutano a creare e inviare le fatture, ma ti permettono anche di conservare in modo sicuro tutte le fatture emesse e ricevute per i 10 anni richiesti dalla legge.

Come Funziona

Una volta compilata la fattura, il software si occupa di inviarla al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, che la smista al destinatario. Non è più necessario fornire la versione cartacea al cliente; tutto avviene elettronicamente, in modo rapido e sicuro.

Conservazione delle Fatture

Le fatture elettroniche devono essere conservate in formato digitale per 10 anni. Anche questo può essere gestito facilmente tramite il software di fatturazione che utilizzi, evitando di dover gestire pile di documenti cartacei.

Perché è Vantaggioso

Passare alla fatturazione elettronica può sembrare un grande cambiamento, ma porta con sé numerosi vantaggi:

  • Semplificazione amministrativa: meno burocrazia e documenti cartacei.
  • Risparmio di tempo: grazie ai software che automatizzano il processo.
  • Migliore organizzazione: tutte le tue fatture sono conservate in modo sicuro e facilmente accessibili.

In sintesi, la fatturazione elettronica nel regime forfettario rende tutto più semplice e gestibile. Se utilizzi un buon software di fatturazione, vedrai che sarà tutto molto più facile di quanto pensi.

Come si calcolano le tasse

Quando hai aperto la tua Partita IVA, sia che si tratti di un’attività professionale, commerciale o artigianale, hai dovuto scegliere un codice ATECO. Questo è un codice numerico a sei cifre che identifica il tipo di attività che svolgi. Per chi aderisce al regime forfettario, ogni codice ATECO ha un coefficiente di redditività da applicare agli incassi annuali per determinare il reddito imponibile su cui calcolare le imposte del 5% o del 15%. Vediamo meglio con un esempio. Supponiamo che tu svolga un’attività professionale e che il tuo codice ATECO sia 74.90.99 (altre attività professionali n.c.a.). Per questo codice, il coefficiente di redditività è del 78%. Quindi, se nel 2023 hai incassato 80.000€, il reddito su cui calcolare le tasse, supponiamo del 5% perché hai aperto l’attività da meno di 5 anni, sarà il 78% di 80.000€, cioè 62.400€. Questo perché il fisco, in pratica, riconosce forfettariamente costi per il 22% degli 80.000€, dato che nel regime forfettario non puoi “scaricare” (dedurre) i costi effettivi sostenuti per lo svolgimento dell’attività, a differenza di altri regimi fiscali.

Quindi riepilogando:

  1. Codice ATECO: Il codice numerico a sei cifre che identifica il tipo di attività svolta.
  2. Coefficiente di redditività: Percentuale applicata ai ricavi per determinare il reddito imponibile.
  3. Ricavi incassati: L’importo totale guadagnato nell’anno.
  4. Reddito imponibile: Ricavi moltiplicati per il coefficiente di redditività.
  5. Aliquota fiscale: Percentuale applicata al reddito imponibile per calcolare le tasse.
  6. Tasse da pagare: Importo finale delle imposte calcolato applicando l’aliquota fiscale al reddito imponibile.

Se hai aperto l’attività da meno di 5 anni, l’aliquota fiscale sarà del 5% e le tasse da pagare saranno il 5% di 62.400€, cioè 3.120€.

Descrizione Importo
Ricavi incassati nel 2023 80.000€
Coefficiente di redditività 78%
Reddito imponibile 62.400€
Aliquota fiscale (attività aperta da meno di 5 anni) 5%
Tasse da pagare 3.120€

Ecco come puoi calcolare le tue imposte nel regime forfettario usando il tuo codice ATECO e il coefficiente di redditività.

Quando si Pagano le Tasse nel Regime Forfettario

Nel regime forfettario, le tasse si pagano in due momenti principali: tramite acconti e saldo.

  1. SaldoIl saldo delle tasse dovute per l’anno precedente si paga entro il 30 giugno dell’anno successivo, insieme al primo acconto.
  2. Acconti: Gli acconti si pagano in due rate:
    • Il primo acconto è pari al 40% delle tasse dovute e si paga entro il 30 giugno
    • Il secondo acconto è pari al 60% delle tasse dovute e si paga entro il 30 novembre

Supponiamo che per il 2023 tu debba pagare 3.120€ di tasse. Ecco come si suddivideranno i pagamenti:

Descrizione Importo Data di Pagamento
Saldo 2023 € 3.120 30 giugno 2024
Primo Acconto 2024 (40%) € 1.248 30 giugno 2024
Secondo Acconto 2024 (60%) € 1.872 30 novembre 2024
  • Saldo: Entro il 30 giugno dell’anno successivo pagherai il saldo dell’importo totale dovuto per l’anno precedente (3.120€).
  • Primo Acconto: Pagherai il 40% dell’importo totale dovuto entro il 30 giugno (1.248€).
  • Secondo Acconto: Pagherai il 60% dell’importo totale dovuto entro il 30 novembre (1.872€).

In questo modo, avrai suddiviso il pagamento delle tue tasse in acconti e saldo, rispettando le scadenze previste.

Contributi per Liberi Professionisti

Quando si parla di contributi previdenziali nel regime forfettario, è importante distinguere tra le diverse categorie di lavoratori: liberi professionistiartigiani e commercianti. Ecco una panoramica semplice e discorsiva su come funzionano i contributi per ciascuna di queste categorie. Se sei libero professionista non iscritto a una cassa previdenziale specifica devi versare i contributi alla Gestione Separata INPS. Per il 2024, l’aliquota contributiva è del 26,07% del reddito imponibile, calcolato applicando il coefficiente di redditività ai ricavi annuali. Non ci sono contributi minimi, quindi paghi solo in base a quanto guadagni. Se il tuo reddito imponibile è 62.400€, i contributi saranno 62.400€ * 26,07% = 16.275,68€. I contributi si pagano in due tranche: il saldo dell’anno precedente e il primo acconto entro il 30 giugno, e il secondo acconto entro il 30 novembre

Descrizione Importo %
Ricavi incassati nel 2023 80.000€
Coefficiente di redditività 62.400€ 78%
Reddito imponibile 62.400€
Aliquota contributiva (Gestione Separata INPS) 16.367,52€ 26,23%
Totale contributi da versare (saldo 30 giugno) 16.367,52€
Versamenti Importo %
Primo acconto (30 giugno) 6.547,01€ 40%
Secondo acconto (30 novembre) 6.547,01€ 40%

Da quest’anno l’aliquota per i liberi professionisti passa dal 26,23% al 26,07%, consentendo quindi un piccolo risparmio.

Contributi per Artigiani e Commercianti

Gli artigiani e i commercianti devono iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS. I contributi per queste categorie sono suddivisi in una parte fissa e una parte variabile. Per il 2024, l’aliquota contributiva è del 24% per gli artigiani e del 24,48% per i commercianti. Ecco come funziona:

  1. Contributi Minimi: Anche se non guadagni nulla, devi pagare un contributo minimo annuale. Per il 2024, questo importo è circa 4.200€.
  2. Contributi Variabili: Se il tuo reddito supera il minimo di 18.415€, pagherai l’aliquota del 24% (artigiani) o del 24,48% (commercianti) sulla parte eccedente.

Se sei un commerciante con codice ATECO per il commercio online 47.91.10 (commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet), ecco come funziona il calcolo dei contributi. Supponiamo che nel 2023 tu abbia incassato 80.000€. Il coefficiente di redditività per il codice ATECO 47.91.10 è del 40%. Pertanto, il reddito imponibile sarà il 40% di 80.000€, cioè 32.000€. I contributi si dividono in due componenti:

  1. Contributi Minimi: Anche se non guadagni nulla, devi pagare un contributo minimo annuale. Per il 2024, questo importo è circa 4.200€.
  2. Contributi Variabili: Se il tuo reddito supera il minimo di 18.415€, pagherai l’aliquota del 24,48% sulla parte eccedente. Quindi, per il reddito eccedente:
    • Reddito eccedente: 32.000€ – 18.415€ = 13.585€
    • Contributi eccedenti: 13.585€ * 24,48% = 3.326€

Pertanto, i contributi totali saranno:

  • Contributi minimi: 4.200€
  • Contributi eccedenti: 3.326€

Quando si Pagano i contributi

Per i contributi minimi, che devi pagare indipendentemente dal tuo reddito, le scadenze sono suddivise in quattro rate trimestrali. Ecco quando dovrai effettuare i pagamenti:

  • 16 maggio
  • 22 agosto
  • 16 novembre
  • 16 febbraio (dell’anno successivo)

Queste date sono importanti per assicurarti di essere in regola con i tuoi versamenti minimi annuali.

Contributi Eccedenti

Se il tuo reddito supera il minimo imponibile di 18.415€, dovrai pagare anche i contributi eccedenti. Questi si calcolano sulla parte del reddito che supera questa soglia e le scadenze sono le stesse delle imposte sui redditi:

  • Saldo e Primo Acconto: entro il 30 giugno
  • Secondo Acconto: entro il 30 novembre

Ricorda, il saldo copre i contributi dovuti per l’anno precedente, mentre gli acconti sono per l’anno in corso. Assicurarti di rispettare queste scadenze ti aiuterà a evitare sanzioni e a mantenere la tua attività in regola. Spero che queste informazioni ti siano utili per gestire al meglio i tuoi obblighi previdenziali! Se hai ulteriori dubbi, non esitare a chiedere chiarimenti.

Richiesta di Riduzione del 35% dei Contributi per Artigiani e Commercianti

Se sei un artigiano o un commerciante in regime forfettario, hai la possibilità di richiedere una riduzione del 35% sui tuoi contributi previdenziali. Ecco una guida semplice per capire come funziona e come fare la richiesta.

Come Funziona la Riduzione

Questa agevolazione ti permette di ridurre sia i contributi fissi che quelli variabili dovuti all’INPS, offrendoti uno sconto del 35% sul totale. Questo può aiutarti a gestire meglio i costi della tua attività.

Chi Può Richiederla

Puoi richiedere la riduzione del 35% se sei un artigiano o un commerciante in regime forfettario. Ecco cosa devi sapere:

  • La domanda deve essere presentata entro il 28 febbraio
  • Se avvii una nuova attività durante l’anno, devi presentare la domanda subito dopo l’iscrizione alla gestione Artigiani e Commercianti per permettere all’INPS di organizzare correttamente la tariffazione annuale.

Come Presentare la Domanda

Ecco i passaggi per richiedere la riduzione:

  1. Accedi al Portale INPS: Vai sul “Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti” sul sito dell’INPS.
  2. Compila il Modulo: Troverai il modulo online che dovrai compilare con le tue credenziali personali.
  3. Invia la Domanda: Invia la domanda telematicamente entro il 28 febbraio.

Validità della Richiesta

Una volta che hai presentato la richiesta, non dovrai rinnovarla ogni anno. La riduzione verrà applicata automaticamente negli anni successivi, a meno che tu non rinunci esplicitamente o perda i requisiti necessari per il regime forfettario.

Considerazioni sulla Riduzione

È importante tenere presente alcune cose:

  • Accreditamento dei Contributi: Se con la riduzione i tuoi contributi versati sono inferiori al minimo richiesto, i mesi accreditati per la pensione saranno ridotti in proporzione.
  • Valutazione Attenta: Prima di richiedere la riduzione, valuta attentamente l’impatto sui tuoi requisiti pensionistici futuri.

Seguendo queste indicazioni, potrai beneficiare di una significativa riduzione dei tuoi contributi previdenziali, aiutandoti a ottimizzare i costi della tua attività in regime forfettario.

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